Dopo Bari raggiungiamo quello che è diventato il nostro ormeggio preferito della Puglia : la Darsena a Vieste.
Lì abbiamo trovato ad aspettarci Roberto e Carla col Rosamunda con cui avremmo risalito un tratto della costa italiana. Come di consueto , persuasi anche dal forte maestrale che si era instaurato, ci siamo fermati alcuni giorni godendo anche dei festeggiamenti ferragostani che solo i meridionali sanno fare. Naturalmente abbiamo riempito la cambusa di provviste e leccornie locali e dato fondo alla scorta di prosecco, ribolla e durello di “Già”…..
Alla partenza, sospinti dal venticello al traverso e causa la ristrettezza degli ormeggi mi sono dimenticato una cima in acqua che,manovrando, si è impigliata nell’elica bloccando così la manovra. Panico: il vento ci spingeva contro le altre barche e nessuno ci dava una mano anche perché non c’era anima viva nelle vicinanze. Fortunatamente dopo un po’ un peschereccio in transito ci allungava una cima e ci trainava in acque sicure. Non rimaneva che liberare l’elica…… e così alle 8 del mattino mi sono fatto un bagno che non dimenticherò mai nelle acque più putride che ho visto…..!!!
Per fortuna la cima si è liberata facilmente e così, dopo una doccia disinfettante , abbiamo potuto riprendere la navigazione e verso sera abbiamo ormeggiato a Termoli.
Gli spezzoni di cima recuperati!
Dopo Termoli , facendo lo slalom tra le peociare e le trivelle abbiamo raggiunto il marina di Pescara , bello e ben organizzato però con basso fondale all’ingresso. Lì ho avuto la sorpresa di ritrovare un mio compagno ed amico dall’università che non vedevo dal 1992: casualmente era rientrato dalla Grecia quel pomeriggio ed era ormeggiato ad una cinquantina di metri da noi. Aveva fatto carriera ed era conosciutissimo…. Ci siamo fatti una bella chiacchierata ricordando vari aneddoti e gli amici…. anche quelli scomparsi e dandoci appuntamento per le future crociere.
Il giorno dopo siamo arrivati a Civitanova e ci hanno ospitato nel circolo di Roberto che ,la sera, ci ha fatto conoscere la città e la loro gastronomia.
Conero
San Ciriaco Ancona
Salutato Carla e Roberto abbiamo raggiunto il marina de Cesari a Fano, forse il migliore marina che ho trovato: ci hanno accolti col gommone e condotti al posto barca dove i marinai si sono incaricati di legarci le cime, con grande soddisfazione di Alida! Vi erano perfino dei cestelli particolari che raccoglievano le plastiche galleggianti…..
Arco di Augusto , Fano
La mattina dopo , con calma di vento e acqua liscia come l’olio abbiamo lasciato il marina de Cesari e fatto rotta su Porto Corsini – Ravenna. Come scritto il marina è ben strutturato e non ci si rende conto delle condizioni del mare al largo! Così, messo il naso fuori dalle dighe, abbiamo trovato un mare agitato con onde residue della bora notturna. Fortunatamente con la randa issata ed il turbo in funzione “Già” si è stabilizzata e la navigazione è proseguita senza ulteriori inconvenienti.
A Porto Corsini siamo stati ospitati dal Ravenna Yacth Club : è anche questo un circolo nautico organizzatissimo con bar e ristorante degno della Romagna . Inoltre nelle vicinanze vi sono varie pescherie che cuociono il non venduto a prezzi bassi soprattutto spiedini di molluschi vari che vengono prima passati nel pane grattuggiato e poi cotti.
E visto che eravamo a Ravenna non poteva mancare una ripassata di storia dell’arte!
Galla Placidia
San Vitale
I mosaici di Ravenna : i più belli del mondo !
Naturalmente queste soddisfazioni bisogna guadagnarle:
Coda per prendere i biglietti.
Ultima tappa prima di arrivare il marina di Porto Levante nel delta del Po’. È un luogo incredibile dove non metterò mai più piede. Dal portolano e dalle carte nautiche avevo dedotto che vi era basso fondale all’ingresso delle dighe e che entrati tra le dighe stesse dovevo seguire un canale delimitato a sin da boe rosse . Interpellati telefonicamente quelli del marina mi assicurano che c’è fondale tanto che entravano delle navette(?) e che comunque bastava aspettare qualcuno che entrasse e seguirlo!!! Naturalmente in quel momento non c’era nessuno e così con estrema cautela sono entrato con un fondale che a tratti era inferiore ai due metri…. inoltre entrato mi sono trovato davanti centinaia di briccole: sembrava di essere in un vigneto! In realtà erano allevamenti di mitili lungo tutta la foce del Po’ di Levante. Alla fine ho intravisto una boa rossa e poi ho imboccato il canale.
Il giorno dopo all’alba con l’alta marea sono uscito e nel pomeriggio ci ormeggiavamo al nostro posto nel marina di San Giorgio